Chi sono

Mi chiamo Mara Franci,  vivo a San Giovanni delle Contee, un piccolo borgo in provincia di Grosseto, dove la natura parla ancora con voce chiara e silenziosa.

È qui che, giorno dopo giorno, ho coltivato la mia ricerca artistica e personale, intrecciando colori, forme e parole in un percorso che è prima di tutto un viaggio interiore.

Non mi piace darmi definizioni troppo rigide: mi esprimo attraverso la pittura, il disegno, la scultura, la scrittura… e ogni mezzo diventa, per me, un modo per raccontare ciò che ho trovato nel mio cammino e come l’ho trovato. Le mie opere nascono dall’urgenza di condividere, di liberare l’Essere, quell’essenza profonda che ci accomuna tutti, pur manifestandosi in ognuno in modo unico e irripetibile.

Nel 2016 ho pubblicato il mio libro “Emersione dal Profondo. Un viaggio alla ricerca dell’Essere”, una raccolta di opere e riflessioni che racconta il mio percorso artistico e umano. Un piccolo compendio di ciò che ho

visto, sentito, vissuto.

 

L’arte per me non è mai stata un esercizio tecnico o un fine estetico, ma un linguaggio dell’anima, uno strumento di verità. Ogni colore che uso, ogni parola che scrivo, è parte di una mappa che mi guida e che, spero, possa toccare anche chi guarda o legge, accendendo risonanze personali.

 

Questo spazio virtuale è un altro passo di questo viaggio. Se sei arrivato fin qui, ti invito a camminare un po’ con me.

Da “LA NASCITA DI UNA CONTROCULTURA”

di Theodore Roszak, ed. Feltrinelli 1971

…L’essenza della magia buona, quella praticata dallo sciamano e dall’artista,

è che essa cerca sempre di mettere a disposizione di tutti l’intera forza dell’esperienza dello stregone.

Pur essendo forse lo sciamano un individuo particolarmente eletto e dotato,

il suo ruolo è quello di far pervenire la sua gente al cospetto di quelle presenze sacramentali

che lo hanno prescelto e trasformato in un loro strumento.

Il suo dono peculiare conferisce responsabilità, non privilegio.

Analogamente l’artista pone la sua opera al cospetto della comunità nella speranza che attraverso di essa,

come attraverso una finestra, quella realtà che egli ha scandagliato possa rendersi manifesta a tutti coloro che le prestano attenzione. Il rituale, per lo sciamano, esplica la medesima funzione.

Partecipando al rituale, la comunità viene a sapere quello che lo sciamano ha scoperto.

Il rituale è il mezzo di diffusione dello sciamano per la propria visione, la sua offerta di istruzione.

Se l’opera dell’artista ha successo, se il rito dello sciamano è efficace, il senso della realtà della comunità si allarga: qualcosa, di quelle forze misteriose, entra a far parte della sua coscienza.

….Per rendere veramente visibile a noi la nascosta magia della terra e avvicinarci a quella cultura

in cui la forza, la conoscenza, il successo si ritraggono di fronte al grande scopo della vita.

Il quale, come insegnava un vecchio sciamano dei Pawnee,

è quello di rivolgerci con un canto ad ogni cosa che incontriamo.

Bello, vero?

Adoro il libro da cui è tratto. Lo lessi a 18 anni e mi ridette fiducia in me e fiducia nel mondo.

Il disagio che vivevo (mi sentivo un pesce fuor d’acqua) nella scuola, nell’ambiente di vita, scoprii, con questo libro, che non dipendeva da me, c’era chi sentiva, come me, che i valori erano altri.

In queste parole c’è racchiuso il succo di ciò che faccio.

Non è stato intenzionale che io facessi la mia prima mostra di pittura così come è adesso, è stato istintivo.

Solo mettendo tutto il percorso, tutti i disegni anche quelli artisticamente “ ini”

e accompagnandoli con quei testi, aveva senso per me esporre.

Sentivo che solo così il mio lavoro aveva una completezza e così lo feci.

Solo anni dopo, a Milano, quando un “addetto ai lavori” (nel campo dell’arte)

mi criticò dicendomi che io “parlavo troppo, spiegavo troppo” capii.

Da allora è anche intenzionale.